Chakra ed Energia Sottile: cos’è la Tecnica Energo-Vibrazionale?
Energia Sottile: cos’è la Tecnica Energo-Vibrazionale?
(Intervista su una rivista spagnola)
(Riporto il testo di un’intervista che mi è stata fatta e che sta per comparire su una rivista specializzata spagnola. Nella speranza che possa interessare qualcuno…)
Oggi parliamo di TEV, ovvero di Tecnica Energo-Vibrazionale. Dal nome capisco che si tratta di una tecnica che utilizza l’energia …
Sì, ma: sottile… Energia … sottile.
Energia Sottile? Vogliamo parlarne?
Certo. Esistono due tipi di energie, che, per convenzione, possiamo chiamare dense e sottili. Quelle dense, lo sappiamo da sempre cosa sono: luce, gravità, magnetismo,energia chimica, eccetera, sono tutte energie dense. Le energie sottili, pur essendo note all’uomo da millenni e in tutte le latitudini, sono ancora sconosciute alla Scienza ortodossa. Eppure, in tutte le grandi Medicine Tradizionali, se ne riconosce non solo l’esistenza, ma soprattutto l’indispensabile funzione terapeutica. Sono state definite in tanti modi diversi: in India, le chiamano prana, in Cina chi, i Polinesiani, mana, gli aborigeni australiani maban, gli antichi egiziani le chiamavano ka. I nomi contano poco. Quel che importa è che da sempre se ne conosce l’esistenza e si sa come utilizzarle sull’essere umano, anche se con approcci spesso assai differenti tra loro. Gli antichi medici Greci sapevano benissimo come impiegarle nelle loro discipline mediche e i Romani, che pure erano grandi nell’utilizzarle nei loro straordinari monumenti, non appena entrarono in contatto stretto con la Grecia, assorbirono con facilità tutte le conoscenze che in quel Paese si erano accumulato in questo campo.
Dunque anche dalle nostre parti si utilizzavano, un tempo, le energie di guarigione… Ma come mai in Occidente se n’era persa sia la conoscenza, sia la pratica medica?
Sì, hai ragione, ma solo in parte. Dovremmo ricordare qui l’opera di straordinari ingegni come Paracelso o il più moderno Hanemann, l’inventore (o il ri-scopritore?) dell’Omeopatia… In realtà, sia pure silenziosamente ed occultamente, le energie di guarigione, come tu le chiami, sono state sempre presenti, sia pure presso circoli ristretti di terapeuti e di medici dalle larghe vedute.
Torniamo alle energie sottili. Perché chiamarle così e non, per esempio, prana?
Come le chiamiamo mi è indifferente. Personalmente, preferisco chiamarle energie sottili e non prana, poiché con il primo termine possiamo comprendere sia quelle benefiche all’organismo, sia quelle dannose. Il concetto di prana, invece, dovrebbe, più correttamente, riferirsi solo a quelle vitali, quelle che ci rendono vivi. Altrettanto vale per il cinese Chi.
Un momento! Ma allora esistono anche energie sottili dannose? Come possiamo difenderci da queste energie?
Rispondo alla prima domanda: certamente, e ne è pieno l’ambiente. Sono dannose le energie artificiali emesse, ad esempio, da ripetitori di cellulari e di TV, da radar, da apparecchi a raggi X, da linee ad alta tensione. Ma anche quelle in prossimità di impianti fognari e anche certe energie planetarie che, a noi umani, fanno male. Come difenderci? Questo è il compito della Domoterapia Sottile.
Di questa parleremo in un’altra occasione. Torniamo alla TEV o Tecnica Energo-Vibrazionale. Mi sembra di capire che, tra i suoi obiettivi, c’è il benessere o sbaglio?
No, non sbagli affatto. Noi non pretendiamo di curare, professione e responsabilità che lasciamo al medico, ma piuttosto di generare quella sensazione di pace, di equilibrio interiore, di armonia che forse (ripeto: forse) è in grado da sola di regalare un profondo senso di benessere. Non è da escludere che vivere in questo stato possa creare le condizioni per una vita più sana, allontanando le malattie.
Mi sembra che la TEV si muova in quello spazio in cui si trovano tante altre tecniche che utilizzano la Forza Vitale, il Chi, il Prana, il Ki…
E’ vero, ma le differenze possono essere molto grandi. Noi, nella TEV, ci muoviamo lungo alcune direttive di base, che rendono la disciplina a nostro avviso assolutamente unica.
Comincia dalla prima, allora …
L’approccio che noi seguiamo è fondamentalmente razionale e sperimentale. Ci basiamo sulla percezione diretta dell’energia sottile. Per far questo, grazie ad un certo training, siamo in grado di sentire l’energia, di sentire l’aura, di sentire i chakra e, sulla base di queste percezioni, possiamo formulare un’analisi energetica della persona.
Interessante! Ma come fate a stabilire se le vostre percezioni energetiche non sono solo il frutto della vostra soggettività?
Vedi, il training consiste proprio nell’apprendere a percepire l’energia così in modo assolutamente oggettivo. Se esamini 10 persone che hanno ultimato positivamente il training energetico e chiedi loro di fare un’analisi energetica ad una persona, ai suoi chakra, alla sua aura, eccetera; ebbene, tutti e dieci daranno la stessa identica analisi.
Bene. Un’altra caratteristica della TEV?
Un altro elemento di soggettività negli approcci basati sull’energia è prodotto dall’operatore stesso se è lui la sorgente dell’energia stessa. Ci sono i giorni in cui sei in forma ed hai più energia e ci sono i giorni in cui sei scarico e il tuo intervento è praticamente nullo. Nella TEV, superiamo questo scoglio utilizzando dei potentissimi strumenti energetici, chiamatiCleanergy. I Cleanergy sono sempre carichi, sono sempre in forma, sono sempre a tua disposizione, anche nei tuoi giorni “no”.
Un approccio strumentale, dunque.
Esatto. Inoltre, l’approccio strumentale minimizza un inconveniente che conoscono tutti gli operatori energetici: la contaminazione da parte del “cliente” stesso. Un inconveniente che è tanto più grave, quanto più è bravo e capace l’operatore: la risonanza tra operatore e cliente è tanto più forte quanto più capace è l’operatore. Ma, quanto più forte è questa risonanza, tanto più facile è la possibilità di contaminarsi.
In cosa consiste questa contaminazione?
Di fatto si assorbono i sintomi del cliente. Un’eventualità che può avere risvolti molto sgradevoli e che, ripeto, è tanto più frequente, quanto più in gamba è l’operatore. Se la sorgente dell’energia è uno strumento, allora la contaminazione diventa un evento rarissimo.
Questo vostro approccio strumentale non finisce per diminuire il ruolo dell’operatore?
Perché mai? Se voglio fare un viaggio di qualche centinaio di chilometri posso, se voglio e se ho tempo e forze per farlo, andare a piedi, così come facevano i pellegrini a Santiago De Compostela. Ma è una cosa che si può fare una volta nella vita, non più. Le altre volte è più astuto servirsi di un’auto, del treno o dell’aereo, ovvero di appositi strumenti che servono a superare queste distanze.
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(© Roberto Zamperini)
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