Nucleare? No, grazie.
Ricordo ancora quando facevo corsi in quel di Arles, in Provenza, vicino al Rodano. Il Rodano è un fiume enorme, che fa paura per la sua portata e la velocità dell’acqua. Pensi che se ci cadi dentro, sei morto, anche se sai nuotare. Ebbene, quando mi avvicinavo al gran fiume, il mio chakra Ming Men schizzava alle stelle, come se avessi il cancro o stessi per averlo. Noi della TEV sappiamo bene che il Ming Men è un segnale di quella malattia, forse il segnale più importante. Se il Ming Men è troppo alto, è bene preoccuparsi. L’acqua del Rodano è radioattiva (sì, lo so, i Soloni del nucleare sghignazzeranno a questa affermazione e sarà inutile parlare di “memoria dell’acqua” perché sghignazzerebbero ancor più forte; ma sappiate che Beneveniste non è morto di morte naturale, l’hanno ammazzato psicologicamente, l’avete ammazzato psicologicamente, distruggendone l’onore e la memoria). Tra quanti anni ne vedranno gli effetti i francesi? E visto che il Rodano sfocia nel Mediterraneo, quando ne vedremo gli effetti noi tutti?
Ho dato una scorsa ai “numeri” del nucleare: li trovate sul Corriere della Sera di oggi 15 marzo (il giorno delle Idi di Cesare!). Credevo che stessero scherzando e invece era tutto vero. Stiamo parlando di briciole che vedremo tra 20 anni (in Italia, magari, tra un secolo!). Una tecnologia vecchia e superata, che si deve pompare, solo per portare montagne di soldi nelle tasche dei soliti noti. Una tecnologia che noi non abbiamo e che dovremo comprare. E che NON ci darà l’indipendenza energetica. E allora? Cui bono, diceva Cicerone? A che pro? Non è meglio spingere al massimo per tante, tantissime piccole centrali a biomassa, ad eolico, a fotovoltaico, insomma puntare a quelle famose fonti rinnovabili? Non è meglio attrezzarsi affinché ogni comune italiano, anche i più piccoli, lavori per la sua indipendenza energetica? Di più: ogni fabbrica, ogni azienda, ogni famiglia?
I danesi sono cretini o cosa? Sono stato in Danimarca una sola volta e per pochi giorni. La cosa che ricordo di più è la foresta di pale eoliche nel Mare del Nord. E quelli ci hanno pure il petrolio! Mah, alle volte ho la strana impressione che qualcuno prenda noi italiani per cretini …
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Il Giappone, prima e dopo lo tsunami
Un pensiero alle vittime di questa tripla sciagura che si è abbattuta sul Giappone. Con gli occhi ancora pieni d’orrore per le immagini che la TV implacabile ci ha inviato, resto ancora stupefatto dalla grandezza di questo popolo. In mezzo all’inferno, i giapponesi fanno file chilometriche per un po’ d’acqua, rispettando le regole, senza lamenti. Tantissimi hanno perso la casa, il lavoro, i parenti, i figli, tutto. Eppure, poche le lacrime, nessun lamento. Pietà ed ammirazione per questa gente.
Una speranza: un giorno, il Sole, che da sempre brilla nella loro bella bandiera, tornerà a splendere a Sendai, a Natori e sulle altre città devastate, che torneranno linde e ordinate come una volta. La guerra sembrava averli distrutti per sempre, l’olocausto nucleare averli spezzati, eppure i giapponesi hanno rialzato la testa con onore e oggi sono una potenza mondiale. Tra 10 o 20 anni, le nuove generazioni parleranno del grande terremoto, dello tsunami e dell’orrore nucleare come cose passate.