Cos’è e cosa fa la cintura di fuoco
Credo sia cosa utile, affrontare il dibattito sul terremoto del Giappone di quest’anno, lasciando la parola ad un sismologo: Maurizio Parotto.
L’arcipelago giapponese si trova in una zona del globo da sempre nota ai sismologi per l’alto rischio sismico: in quest’area si incontrano infatti i margini di diverse placche oceaniche e continentali. Una sfortunata posizione geografica, che spiega la presenza di numerosi vulcani e i frequenti terremoti, anche di notevole intensità. Nella memoria dei Giapponesi è ancora vivo il ricordo del Grande Terremoto del Kanto, il devastante sisma che nel 1923 causò 140 000 vittime. Come quello del Kanto, anche il terremoto dell’11 marzo scorso ha rappresentato un evento eccezionale anche in termini geologici, in grado di cogliere di sorpresa e mettere in ginocchio un Paese i cui abitanti sono abituati sin da piccoli a convivere con il rischio sismico e i frequenti terremoti.
Per capire come possa essersi verificato un terremoto di tale intensità – tanto da causare lo spostamento dell’asse terrestre – Aula di Scienze ha contattato Maurizio Parotto, professore di scienze geologiche all’Università di Roma 3 e coautore di diversi volumi, tra cui «Il Globo terrestre e la sua evoluzione».
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