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Cerchiamo delle spiegazioni teoriche per l’effetto Fukushima (1)

Alexander Gurvitch

Definiamo l’effetto Fukushima

In Gli effetti di Fukushima: un’ipotesi nuova ed inquietante e un invito a tutti i miei Lettori. ho portato all’attenzione dei Lettori la possibilità teorica che gli effetti delle radiazioni generate in Giappone possano agire quasi agli antipodi per via sottile e ad una velocità ben superiore a quella dei venti che trasportano polveri radioattive. Un’ipotesi che nasceva da una semplice constatazione empirica: dopo Fukushima si potevano testare cambiamenti drammatici nell’atttivazione di alcuni chakra, come il Ming Men, lo Ajna, il Cardiaco Posteriore, eccetera. Una prima constatazione che, a leggere i commenti postati in quell’articolo, è tutt’altro che fantasiosa. Tutti i Lettori hanno notato che il fenomeno sembra agire solo quando il cielo è terso, mentre quando è coperto, l’effetto sottile è molto meno evidente. Sembra anche accertato che la radiazione solare non sia coinvolta e che spesso basti una semplice copertura per bloccare questa invisibile ma sensibile radiazione sottile. Taluni, compreso chi scrive, hanno notato che le chiome degli alberi possono rappresentare una difesa abbastanza efficace.

Ma come possiamo spiegarci questo fenomeno? A ben vedere nell’ipotesi erano annidate due ipotesi diverse:

1) IPOTESI UNO: le energie sottili generate da una energia densa dannosa possono essere dannose quasi quanto la generante densa (è quello che io chiamo effetto di interazione denso-sottile);

2) IPOTESI DUE: le energie sottili generate da fonti dense estremamente potenti come quella in atto a Fukushima, una volta proiettate verso la ionosfera, possono percorrere il pianeta utilizzando la ionosfera stessa, quasi fosse un conduttore elettrico.

Comincerò un’analisi e una discussione a partire dalla IPOTESI UNO.

La biofotonica di Alexander Gurvitch: la luce come portante di informazioni

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31 marzo 2011 Posted by | Ambiente, Domoterapia Sottile, Energie Sottili, Sperimentazioni | 10 commenti