Il blog di Roberto Zamperini

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Energia Sottile: cosa sono i Quattro Elementi? L’Elemento Fuoco o Focus (El1)

Ripubblico in questa sede alcuni articoli sui Quattro Elementi e sui Solidi Platonici da me pubblicati in un altro Blog ora parzialmente abbandonato, poiché ho l’impressione che molti miei Lettori non li abbiano letti …

Le Quattro Radici del Cosmo

Come sappiamo, fu il filosofo e mago agrigentino Empedocle (450 EV)  il primo a introdurre o a reintrodurre (altri filosofi prima di lui ne parlarono) il concetto dei Quattro Elementi. Sappiamo che la fama di Empedocle fu, presso i suoi contemporanei, immensa. Alla sua morte, fu venerato come un divo, cioè un uomo infuso di Energia Divina, la cui anima aveva raggiunto l’immortalità.

Questi Quattro Elementi sono, per Empedocle, le radici (rizòmatadell’Universo ovvero, come forse avrebbe detto lui, del Cosmo. Ogni oggetto, ogni essere vivente, ogni essere umano è composto dai quattro rizòmata, dai Quattro Elementi e dalle loro infinite possibili combinazioni. Occorre evitare di pensare, come spesso fanno certi pseudo-scienziati moderni, che i filosofi greci (e poi quelli latini) fossero tanto sprovveduti da credere che i Quattro Elementi fossero l’equivalente dei nostri elementi chimici. I Quattro Elementi hanno piuttosto una natura divina, eterna ed immutabile. Ogni rizòma, ogni Elemento, esiste, come diremmo oggi, in tutte le dimensioni, da quella fisica a quelle più sottili e psichiche.

Ecco i Quattro Elementi:

Il Fuoco il cui simbolo in Alchimia e nella Tradizione Ermetica è  Alchemy fire symbol.svg, e che d’ora in poi io chiamerò alla Latina Focus per distinguerlo dal fuoco volgare (quelli dei fornelli, per intenderci). Empedocle chiamava il Focus, Zeus o anche Ade

La Terra il cui simbolo è Alchemy earth symbol.svg e che io chiamerò Terra, poiché in Latino, terra si dice proprio come in Italiano. Empedocle chiamava la Terra, Edoneo.

L’Aria il cui simbolo è  Alchemy air symbol.svg e che io chiamerò Aer e che Empedocle chiamava Hera,

L’Acqua il cui simbolo è Alchemy water symbol.svg e che io chiamerò Aqua e che Empedocle chiamava Nesti.

Disgraziatamente, gran parte degli scritti di Empedocle sono andati perduti, perciò noi moderni dobbiamo arrampicarci sugli specchi per ricostruire il suo pensiero.

L’insieme dei Quattro Elementi si suole simbolizzare con una croce: + Il perché di questa croce lo vedremo più avanti.

Il Tetraktys, i Numeri sacri, fondamento dell’Armonia del Cosmo

Di Pitagora (575 EV circa – 495 EV circa), si dice che nacque nell’isola di  Samo un centinaio di anni prima di Empedocle. Anche di lui si disse (e forse con più convinzione che per Empedocle) che era divino, anzi che fosse addirittura una manifestazione del grande Dio Apollo, il Dio della conoscenza assoluta. (Su Apollo leggi QUI). Ebbene, Pitagora insegnava che la Musica (e dunque l’Armonia stessa) e i Quattro Elementi si basavano su quattro Numeri magici o divini:

1 2 3 4

disposti secondo un triangolo equilatero di lato quattro. Le frequenze delle note musicale, scoperta di Pitagora, possono ritrovarsi nei rapporti che questi quattro Numeri generano quando entrano in reciproco rapporto. Ma soprattutto, insegnava Pitagora, i quattro Numeri della Tetraktys, nascondono i Quattro Elementi.

Il punto superiore è Focus, ovvero l’Origine del Tutto, l’Unità fondamentale, la compiutezza, la totalità. Insomma 1 = Focus. Gli altri Numeri sono gli altri tre Elementi (2 = Aer, 3 = Aqua, 4 = Terra). La somma dei quattro Numeri è 10, altro Numero divino.

Focus, la base divina della vita.

Il Focus ha per simbolo un triangolo equilatero con uno dei suoi vertici verso l’alto, un simbolo che sembra volerci ricordare la natura del fuoco “volgare” ovvero la fiamma, che tende per sua natura verso l’alto. Tutto nel Cosmo, secondo gli antichi filosofi greci, è nato dal Focus. Esso è dunque l’Elemento originario, primigenio, che ha dato vita agli altri tre. Un concetto, come vedremo, di una modernità sconcertante.

Il Focus, divino elemento, era chiamato dai latini Ignis (la G si pronuncia gutturale, come la G della parola italiana ago). Questa radice latina è rimasta – anche se ne è cambiata la pronuncia – in alcune parole della Lingua Italiana, come ignifugo. Impressionante è il rapporto tra i latini e gli induisti. Secondo Wikipedia l’Induismo, tradizionalmente denominato Sanatana dharma che in sanscrito  significa Insegnamento eterno, è una tra le più antiche delle principali religioni del mondo. Lo Ignis latino, diventa, presso l’Induismo, Agni, parola che è già molto simile. Ma ancor più vicina è la latina Agnus (anche qui la G è gutturale), ovvero l’agnello che si sacrificava agli Dèi sull’Ignis! I Cristiani ripresero poi il concetto nello Agnus Dei, ovvero l’agnello di Dio.

I Romani vedevano nel Fuoco Sacro (Ignis) la base divina della vita, della società, dell’Impero. In ogni città dell’Impero esisteva un tempio in cui si conservava un Fuoco Sacro, che era lo stesso del Fuoco Sacro di Roma. Ogni volta che si fondava una nuovo città, si portava il Fuoco Sacro di Roma, con il quale si accendeva quello della nuova città. Il Fuoco Sacro bruciava in ogni tempio, in ogni casa, dove il padre (il pater familias) era il sacerdote che aveva il compito di tener vivo il fuoco della sua famiglia. La parola italiana focolare, viene dal latino Focus+Lar. I Lares erano gli spiriti protettori della casa e della famiglia, venerati appunto con il fuoco. Il compito di tenere sempre acceso il Fuoco Sacro di Roma, spettava alle sei Vestali nel tempio di Vesta.

(SEGUE)

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18 Maggio 2012 Posted by | Senza categoria | , , | 2 commenti