Il blog di Roberto Zamperini

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Un Impero magico-religioso, oltre che militare e politico

Romolo e legione
Segue a:

https://zaro41.wordpress.com/2014/06/17/invocazione-ed-evocazione/

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https://zaro41.wordpress.com/2014/05/05/genius-loci-e-la-sacralita-di-un-bosco/

https://zaro41.wordpress.com/2014/04/24/divinita-nelle-statue-monumenti-archi-obelischi-eccetera-seconda-parte/

https://zaro41.wordpress.com/2014/04/22/divinita-nelle-statue-monumenti-archi-obelischi-eccetera/

INVOCATIO da cui l’italiano INVOCAZIONE, che è parola che viene appunto dal latino ed è formata da in e da vocàre, ovvero chiamare a sé, implorare l’aiuto. Secondo Wikipedia, i medici romani all’inizio della ricetta compilavano sempre una praepositio o invocatio, ovvero una formula iniziale del tipo “In nomine Jovis” = nel nome di Giove.

Ben più interessante è la

EVOCATIO e EVOCATIO DEORUM (Evocazione e l’evocazione degli Dei) anche se, probabilmente, l’idea del Kremmerz possa non contenere tutta la verità. Comincerò con una breve descrizione di una pratica molto famosa: la evocatio deorum.

Premetto alcune brevi considerazioni. Dice Paolo Possenti, ne Le Province dell’Impero:

Certamente i Romani furono un singolare popolo di conquistatori perché non cercarono di sostituire la loro etnia a quelle locali. I Romani non furono un popolo che faceva migrazione di massa come i Germani, né conquistatori che sterminavano i popoli precedenti come gli Unni e i mongoli, né tanto meno come arabi o altri popoli orientali, che considerando la donna la preda più ambita, trasformarono profondamente le etnie precedenti. Gli arabi in particolare in un secolo riuscirono a modificare la composizione etnica dei territori conquistati eliminando fisicamente gran parte degli uomini e immettendo le donne nei loro Harem. Tale tipo di espansione etnica, il più odioso dal punto di vista occidentale, urtava completamente con la concezione monogamica della vita romana, con la disciplina ferrea delle legioni e con il rispetto che sempre i Romani portarono alla famiglia ed alla vita privata dei popoli vinti.

La conquista romana fu senza dubbio basata sulla forza delle armi, ma vi contribuì in maniera determinante la saggezza politica ed una severa moralità nella vita privata. Né la crisi e il collasso della classe dirigente tradizionale durante il I secolo dopo Cristo distrusse la sagacia e la capacità amministrativa degli elementi appartenenti alla piccola nobiltà e alla borghesia italica, che in realtà amministrerà l’Impero ancora per un paio di secoli.

Il miracolo della romanizzazione in vasti territori non avanza quindi con l’insediamento di popolazioni che l’Italia non aveva.

Certamente, i Romani erano gente capace e pragmatica, in grado di imparare e di perfezionare ogni cosa al massimo grado, dall’architettura alla medicina, dall’urbanistica all’arte militare, dal diritto alla letteratura e a quant’altro. Ma, mi chiedo, basta la forza delle armi, basta la sagacia politica, basta la superiorità tecnologica, la certezza del diritto a spiegare la loro fortuna? Mi ha sempre colpito questa frase di Plutarco: “Roma non avrebbe mai potuto assurgere a tanta grandezza se non avesse avuto in qualche modo origine divina, tale da offrire, agli occhi degli uomini, qualcosa di grande e di inesplicabile”. Questa origine divina inesplicabile merita di essere guardata anche dal punto di vista nostro, ovvero il punto di vista energetico. E usciranno cose molto interessanti. Ma, prima di tutto, occorrerà deporre gran parte della nostra presunzione moderna e ripartire da quanto loro facevano e credevano, senza ritenere a priori di trovarci di fronte a qualcosa che noi moderni siamo necessariamente in grado di comprendere e di gestire. Si vedrà infatti che, alla fine di una lunga analisi, nonostante molte cose saranno chiarite, un punto resterà, per dirla con Plutarco, inesplicabile: come facevano? Un segreto sepolto dai secoli. Almeno per me.

E’ ben noto che Roma non abbia mai imposto la sua religione e le sue divinità ai popoli che conquistava, anzi, è vero il contrario. La religione romana era pragmatica ed eclettica. Alcuni studiosi hanno affermato che a tutte le religioni venivano date “pari opportunità”: c’era spazio per tutti e per tutte, tanto che si calcolano almeno cento divinità maggiori e non meno di dodici misteri.

I romani erano ben consapevoli della importanza delle divinità proprie tanto quanto di quelle degli stranieri, soprattutto in tempi di guerra. Quando attaccavano un altro popolo, una città, una fortezza, per prima cosa tentavano di convincere gli dei del nemico, compresi i loro Genii Loci, a passare dalla loro parte. Come risultato di questa strategia magico-religiosa di guerra, esisteva una pratica denominata “evocatio deorum” (l’evocazione degli dei), che aveva l’obiettivo di neutralizzare il nemico prima di tutto prendendo “possesso” delle sue divinità, invogliandole a trasferirsi a Roma, dove ci si impegnava ad accoglierle con un apposito santuario, con preghiere, sacrifici e praticando il loro culto. Anzi, si faceva di più: ci si impegnava a far meglio del nemico e dunque che interesse avrebbero avuto le sue divinità protettrici a restare dalla sua parte?

by RZ

CONTINUA

21 luglio 2014 - Posted by | Cleanergy, Conosci Te Stesso, Crescita Personale, Energie Sottili, Roberto Zamperini, Storia, subtle energy, Tecnica Energo-Vibrazionale | , , , , , , , , , , , , ,

2 commenti »

  1. L’ha ribloggato su Sonia Germani Zamperini's Bloge ha commentato:
    Per non dimenticare le nostre origini, per non dimenticare Roberto.

    Commento di Sonia Germani Zamperini | 21 luglio 2014 | Rispondi

  2. […] Un Impero magico-religioso, oltre che militare e politico […]

    Pingback di Un Impero magico-religioso, oltre che militare e politico (2) « Il blog di Roberto Zamperini | 26 novembre 2014 | Rispondi


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