Il blog di Roberto Zamperini

Se preferite avere un cancro piuttosto che pensare, cambiate Blog

L’aspetto denso e quello sottile della manipolazione

Avram Noam Chomsky,  è un filosofo di padre ebreo, politicamente di sinistra. La sua specializzazione è la comunicazione. In un blog, scritto da una giovane donna (che non conosco personalmente) che credo si chiami Marta Traverso, trovo una bella sintesi del pensiero di Chomsky riguardo alle tecniche di manipolazione delle nostre menti, messe in atto dalla politica e dai mass-media.

Per uno studio più approfondito, vi rimando alla lettura del blog della Traverso. Qui ve ne farò solo un breve sunto elencando semplicemente le dieci regole che il potere utilizza per fregare ben bene la gente.

Prima di iniziare, vi prego, però, di ricordare il principio di interazione “denso-sottile” che io stesso ho formulato a suo tempo e riportato credo in quasi tutti i miei libri, che afferma:

ad ogni flusso d’energia denso corrisponde un flusso d’energia sottile

Questo significa che, se accendete una lampadina, create anche un flusso d’energia sottile. Se accendete il cellulare, con il suo forte campo elettromagnetico, create anche un flusso di energia sottile di stessa natura. Ne viene che esistono energie dense utili e non nocive, come la luce del Sole, se presa con giudizio, e energie dense nocive anche a livello sottile, come quella dei cellulari, dei forni a microonde, dei radar, della radioattività.

Potremmo accordarci sul fatto che il principio possa applicarsi anche ad ogni attività umana. Ad esempio: vedo un ballerino che danza su una certa musica e, della sua danza, studio e ricerco l’aspetto sottile. Lo stesso posso fare con la pittura, la musica, la scultura e perfino con la politica e la religione. Se il tale politico dice e fa certe cose, sono legittimato a chiedermi cosa nascondano queste sue parole, queste sue azioni. Onestà? Benissimo. Merita la mia fiducia. Ma se non rivelano onestà? Allora devo studiare cosa esattamente mi comunica, devo “smontare” le cose che dice e che fa per comprendere bene la natura dei suoi veri obiettivi. Insomma, devo capire cosa vuole costui o cosa vogliono costoro.

Allora, cominciamo … La prima tecnica, utilizzatissima, è

1. La strategia della distrazione

che, cito la Traverso, consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. Scommetto che avrete già trovato un’infinità di esempi dell’applicazione della prima regola, proprio intorno a noi! Non voglio fare nomi, ma alcuni dei nostri cosiddetti “politici” sono dei veri specialisti in materia!

Ma vediamo adesso l’aspetto più sottile della prima regola. La gente ha un bisogno disperato di alcune cose, oltre quelle che assicurano la sopravvivenza (un lavoro, una casa, non essere ammazzati per strada, non essere derubati, avere le risorse minime per la sopravvivenza per noi e i nostri figli, eccetera). Queste cose possono riassumersi in:

a) bisogno di Verità

b) bisogno di Spiritualità

c) bisogno di Potere

d) bisogno di Appartenenza.

Se vi state chiedendo se stiamo parlando, ancora una volta, della New Age e del suo aspetto peggiore, ebbene sì, non posso negarlo. Vediamo più in profondità…

Il primo bisogno (la Verità) è collegato alla natura stessa umana, ma solo quando non è corrotta, e/o depravata. Tutti vorremmo sapere se il tale uomo politico (o di chiesa, o di scienza, o capo spirituale, eccetera) merita o non merita la nostra fiducia e dunque ci chiediamo cosa faccia  quando è lontano, ad esempio, dall’occhio indiscreto della gente o delle telecamere. Merita i nostri soldi, la nostra fiducia, il nostro supporto? Oppure, salendo più in alto: la religione che seguo è quella vera, è quella giusta? Il tale capo spirituale dice cose vere o mi prende in giro? Salendo ancora più su: cosa c’è dopo la morte? E’ vero che abbiamo un’anima, che siamo spirito? O sono tutte favole per bambini, come la Befana e Babbo Natale?

Il bisogno di Spiritualità (perdonate l’eccessiva semplificazione necessaria a non trasformare un semplice scritto in un tomo illeggibile!) è connaturato in ogni essere umano, purché la sua natura non sia, lo ripeto,  corrotta, né depravata, tant’è che v’è chi ipotizza che non tutti gli uomini intorno a noi siano uomini nel senso pieno della parola. V’è poi chi ha ipotizzato l’esistenza di un tipo speciale di nevrosi, basato proprio sul bisogno spirituale insoddisfatto. Quando il mio “meccanismo” psicofisico non riceve il giusto nutrimento spirituale, la mia mente si incammina verso la nevrosi. Ma forse Sigmund Freud non sarebbe d’accordo! Potremmo forse inventarci anche un’altra nevrosi, collegata al bisogno inevaso di Verità (con la V maiuscola!). Una parte delle domande le abbiamo già esaminate a proposito del bisogno di Spiritualità e non vale la pena di perderci troppo tempo, poiché non v’è Spiritualità senza Verità e viceversa.

Il bisogno di Potere è tanto più sentito, quanto meno potere è dentro di noi. Siamo sicuri che il mio voto serva a qualcosa? Il mondo va a rotoli, cosa posso fare per frenare quanto meno questo andazzo? Che fare per arrestare la distruzione dell’ecosistema? Posso avere un poco di potere almeno su di me o sono solo schiavo delle pulsioni del mio inconscio, dei miei istinti? Vorrei cambiare la mia vita, ma sento di non poterlo fare. Vorrei avere certe cose, ma non posso averle… Un bisogno che, se ci pensate bene, risale alla nostra primissima infanzia! Un esempio tipico del bisogno di potere e di come venga soddisfatto dai media/potere è il famigerato The Secret. Soluzioni finte ad un problema reale.

Il bisogno di Appartenenza è quello che mi fa dire: “Sono italiano, sono cattolico, sono ateo, sono del Milan, sono un ammiratore di Berlusconi”, eccetera. Gli Antichi stavano a posto, perché loro avevano il clan, la famiglia, la gens. Gli Antichi avevano i padri o Patres, da cui la Patria, la terra dei Padri. Noi? Non è morto solo Dio, è morta anche la Patria. A che serve in periodi di mondializzazione? Un’idea inutile e dannosa …. Meglio credere alla non Patria di un indistinto “mondo”, anche se tutto ciò ci fa star male, ci fa ammalare l’anima. Il bisogno di Appartenenza è molto centrato sulla lingua che parli, che poi è la lingua che mamma e papà t’hanno insegnato da piccolo: la lingua dei Padri, la lingua che si parla nella tua Patria. Mi si permetta un inciso: poiché la Lingua è un forte elemento di appartenenza a qualcosa (stavo per dire: a qualcosa di sacro) è bene distruggerla, intanto dicendo che la tua lingua (l’italiano) non conta, tanto vale sostituirla con il dialetto, che, a parte pochissime eccezioni, è generalmente orribile e cacofonico, o l’inglese, che è più utile. Chi glielo dice a quelli che scrivono “nn cmq tvb xkè” e altre simili corbellerie che stanno rinunciando ad una Lingua esoterica? Già, perché Padre Dante, mica era uno che ha scritto la sua Commedia in volgare, tanto per caso. Nè era uno che certe cose non le sapeva, anzi! Dietro la costruzione della Lingua che sta dietro la Commedia c’è un progetto ben preciso, che purtroppo non conosceremo mai nei suoi aspetti esoterici, anche se ci chiamiamo René Guénon, che infatti, era uno che parlava francese.

L’altro aspetto del  bisogno di Appartenenza è centrato sulla Storia e in particolare sulla tua Storia, quella della tua Patria, della tua Lingua, dei tuoi costumi, ma qui mi taccio se no la faccio troppo lunga e voi mi odiate. Se ne parla la prossima volta …

Ma né la politica, né i mass-media, né il potere (quello con la p minuscola) hanno alcuna voglia di dare delle risposte a questi bisogni. Se poi anche volessero per ipotesi assurda, comunque non potrebbero. E dunque? Che fare? Basta applicare la seconda regola di Chomsky:

2. Creare i problemi e offrire le” soluzioni”.

Inutile dire che le “soluzioni” dovranno essere quelle giuste per il potere e non certo per il suddito! Ad esempio, i bisogni di Verità, di Spiritualità, di Potere, di Appartenenza, ecco come possono essere soddisfatti:

a) Si creano sempre nuove sette (anche se magari loro non si definiscono tali), nuovi guru, nuovi riti, nuove liturgie. L’obiettivo è quello di fornire a piene mani tanta verità e tanta spiritualità e magari anche tanto potere e il tutto a tanto al chilo. Prego notare le minuscole! In genere, queste organizzazioni sono basate anche sul terzo bisogno, quello di Potere il quale viene sostituito con un senso falso ed ingiustificato di potere. Un esempio tipico: ti insegno a “guarire” (tutte le perplessità sul termine sono ben accette e legittime). Questo soddisfa il tuo bisogno di sentire che gli altri dipendono da te e alimenta il tuo io, donandoti un grande senso di “potere”. Le tue mani possono guarire! Quale potere è maggiore di questo? Il potere sugli altri e sulla loro vita! Perfino in quelle sette di guaritori che affermano “Non sono io che guarisco, ma lo Spirito Santo (o, a scelta: il buon Dio, gli angeli o gli arcangeli, l’Energia Universale – che poi vorrei sapere cos’è questa Energia Universale, come se esistesse un’energia locale, regionale, provinciale, secondaria). “Io sono solo un umile strumento dello Spirito Santo, del buon Dio, eccetera”. Questa posizione di falsissima umiltà nasconde invece la massima presunzione, poiché sottintende “Bada che IO sono uno strumento dello Spirito Santo, non TU! Sia ben chiaro!”

Queste sette devono rispondere ad alcuni requisiti: devono fornire regole facilissime da comprendere, ma difficilissime da seguire. Per esempio: si creano delle pratiche che – si sostiene – ti daranno automaticamente dei grandi poteri psichici, il potere della telepatia, della lettura del pensiero (sai che divertimento, con lo schifo dei pensieri presenti nelle teste delle persone!), della levitazione e chi più ne ha, più ne metta. “Tu fai così e vedrai che otterrai questi poteri”. Ma la disciplina è talmente tanto complicata che nessuno è in grado di seguirla fedelmente e ti si potrà sempre dire che è colpa tua se non hai i poteri: non hai seguito fedelmente le regole.

Nota bene che di sette ne esistono di tutti i tipi, ce ne sono anche di composte di atei. Non ci credete? Ma sì, dai, come le chiamate quelle dove la scienza è tutto, la scienza può tutto, la scienza spiega tutto, se stai dalla parte della scienza stai dalla parte giusta, eccetera? Non è una setta o cos’è?

La setta risponde anche al bisogno di Appartenenza. Ci si sente parte di qualcosa, qualcosa che conta. Al Pater (il Padre) si sostituisce il guru e alla Mater (la Madre) la guru … Così, ti diamo una nuova famiglia, che si prende cura di te, che ti ama, che ti coccola (love bombing, si chiama), che ti nutre con grandi insegnamenti spirituali (?), e, non te lo dimenticare, che ti regala potere! Una valanga di potere! Questo lo chiamerei power bombing! Che vuoi di più?

Un altro giochino tipico ha a che fare con la fine del mondo, della quale ci siamo spesso occupati in questo Blog. Primo passo: convincere gli sventurati che la fine del mondo è vicina e fornire una data precisa (è importante la data!). Secondo passo: fornire i mezzi per evitarla (recitare sette volte al dì un’invocazione, una preghiera, seguire certi riti, eccetera). Terzo passo: la data è arrivata ed è stata superata senza danni: “Hai visto? Le nostre preghiere/invocazioni, eccetera hanno fatto il miracolo. La Terra non è stata distrutta ed è stato nostro il merito!”. Se invece la fine del mondo c’è davvero? Ecchissenefrega, tanto moriamo tutti!

b) Si creano nuovi miti. Attenzione! Un mito non è una favola, una leggenda, un racconto di fate. Babbo Natale e la Befana sono favole, non miti! Un mito è una Verità profonda che viene trasmessa attraverso la via anagogica. La via anagogica, alle menti meno addestrate e meno preparate, può dare l’impressione della favola, ma non è così! Di fatto, tutta la Mitologia Greca, tutta quella Romana, altro non sono se non storie che parlano per via anagogica.

Ma cos’è l’anagogia? Ecco cosa dice il dizionario filosofico:

Anagogico. Dal greco ana-, “su” e ago “io conduco”, ovvero “porto in alto”, “ascendo”. Percorso di risalita dello spirito e dell’intelletto attraverso il quale, a partire dalla considerazione dei concetti meno perfetti, si giunge a scoprire l’esistenza di quelli più perfetti.

Anagogia. Elevarsi a cose sublimi. Nella filosofia di Scoto Eriugena, il percorso di risalita dell’intelletto che, partendo dalla considerazione delle cose più semplici, si eleva fino a scoprire l’afflato divino. Per estensione, si indica come anagogia l’interpretazione di un testo in senso mistico e spirituale.

Quindi il mito è uno strumento anagogico, infatti ci insegna cose molto elevate, attraverso forme molto semplici. Naturalmente questo non è per tutti, ma solo per quelli che sanno leggere il mito, coloro che hanno imparato a guardare attraverso la via anagogica.

Ad esempio: Ercole/Hercules/Eracle è un eroe che, a causa di un grande peccato da lui commesso, decide di intraprendere una strada di riparazione e di evoluzione. Le celebri 12 fatiche sono appunto le prove attraverso le quali deve passare per diventare immortale, anche se per tutta la sua impresa non ne è affatto consapevole. Non voglio qui fare un’analisi dettagliata di Ercole e delle sue dodici fatiche, ma se ricordate, molte di esse hanno a che fare con l’uccidere mostri. Sono i mostri che stanno dentro di noi, che noi stessi alimentiamo giorno per giorno. Qualche fatica ha a che fare con la pulizia , ad esempio, il pulire le stalle di Augia. E’ la pulizia che dobbiamo fare dentro di noi. Augia è figlio del Sole, l’astro che ci dona l’Energia, ma gli armenti di Augia sono sporchi. perché lui non pulisce mai le sue stalle. Le stalle rappresentano i chakra (che i Greci conoscevano benissimo!) e gli armenti l’energia vitale che essi racchiudono. Ercole pulisce le stalle con l‘acqua dei due fiumi Alfeo e Peneo. I due fiumi rappresentano le due correnti d’energia che i cinesi chiamavano yin e yang e gli indiani Ida e Pingala. L’acqua, poi, nella Tradizione Ermetica è il Solvente Universale ….

Una fatica ha a che fare – verso la fine della storia – con il rubare i pomi d’oro del Giardino delle Esperidi. Ecco cosa racconta Apollodoro:

Euristeo impose ad Eracle come undicesima fatica di portargli i pomi d’oro dal giardino delle Esperidi. Questi, che Era aveva regalato a Zeus, si trovavano vicino ad Atlante negli Iperborei. Li custodiva un serpente immortale che aveva cento teste. Con questo li custodivano le Esperidi, Egle, Eritea, Estia, Eretusa. 

Il pomo d’oro rappresenta la conoscenza: senza conoscenza niente immortalità. Il pomo, la mela, è un frutto sacro ad Apollo Iperboreo. Mela in inglese è apple e in tedesco apfel. L’Apollo Iperboreo è l’Energia Divina che sta dietro a Pitagora ed ai suoi insegnamenti sulla Musica, l’Armonia, l’Aritmetica, la Bellezza, la Terapia.

Dopo quest’ultima fatica, Ercole, esausto, si lascia morire ed è allora che Zeus, il Padre degli Dèi, impietositosi, rende la sua anima immortale. A proposito: ma come mai l’anima di Ercole deve diventare immortale? Non lo era già alla nascita? Per gli Antichi l’anima non è immortale, a meno che l’essere umano non si sottoponga ad un processo di pulizia e di elevazione, anagogicamente rappresentato appunto dalle dodici fatiche. Solo allora la sua anima diventa immortale …

Dunque cos’è Ercole per gli Antichi? E’ l’Energia Divina di evoluzione, di immortalità. E’ il simbolo della Verità che ogni essere umano può accedere all’immortalità, attraverso una via alchemica di trasformazione interiore. Vi ricorda niente tutto questo? Ne abbiamo parlato e riparlato a proposito del Conosci Te Stesso, di Apollo e di tante altre bellissime cose! Se ci pensate bene, il mito di Ercole parla del Potere, il massimo dei Poteri (almeno per l’uomo) che è quello di diventare immortale. Il mito di Ercole ci dice: “Uomo, se tu Conosci Te Stesso, tu diventi immortale”. Se Ercole è l’uomo che ascende in cielo, Apollo rappresenta l’Energia Divina della conoscenza che discende verso l’uomo. Ercole è una freccia scagliata dalla Terra verso il cielo. Apollo una freccia scagliata dal cielo verso la Terra. Non a caso, Apollo ha la sua faretra … E cos’era scritto sul frontone del tempio d’Apollo a Delfi? UOMO, CONOSCI TE STESSO. Fate una piccola pausa e pensate a quante sette, chiese, organizzazioni spirituali promuovano, presso i loro adepti, il Conosci Te Stesso. Poche vero?

I nuovi miti, sono, in realtà, falsi miti, ovvero, in poche parole, non sono miti, ma favole. Non contengono alcuna verità espressa in forma anagogica. I nuovi miti sono uno degli strumenti utilizzati per abbindolare le masse.

Ma ne vedremo altri …

(SEGUE)

27 Maggio 2011 - Posted by | Ambiente, Conosci Te Stesso, Energie Sottili, Nuovi miti

7 commenti »

  1. muy bueno, roberto!

    Commento di mario puccioni | 27 Maggio 2011 | Rispondi

  2. io penso che la mitologia antica , nel suo senso profondo , trasformatore o anagogico , è stata sequestrata , occultata , dai nostri manipolatori o sanguisughe energetiche e quindi relegata a mito o più propriamente a favola dall’intellighenzia servile che manovra le redini della cultura .
    è anche vero che se guardiamo più a fondo , gli stessi simbolismi vengono usati dagli stessi manipolatori .
    il punto è : come distinguere i simboli e le relative fonti ?
    anche la Chiesa ogni domenica ci legge qualche brano di un maestro che sicuramente visse ma al di fuori del simbolismo mitologico che ci raccontano .
    e se fosse la consapevolezza , come qui più volte detto , il nostro faro nella notte buia dell’anima ?

    Commento di giuseppe | 29 Maggio 2011 | Rispondi

  3. “se fosse la consapevolezza , come qui più volte detto , il nostro faro nella notte buia dell’anima ?”
    L’hai detto.
    “il punto è : come distinguere i simboli e le relative fonti ?”
    Per via anagogica, l’hai detto. Non c’è altra via.

    Commento di Roberto Zamperini | 29 Maggio 2011 | Rispondi

  4. Ciao, grazie mille di avermi citato!

    Marta Traverso

    Commento di Marta | 30 Maggio 2011 | Rispondi

  5. mi chiedevo se tra la lista dei “dispositivi” che producono energie dense nocive anche a livello sottile debbano essere incluse anche le prese dell’antenna televisiva ormai in dotazione in buona parte degli appartamenti italiani…

    Commento di gianluca | 25 aprile 2012 | Rispondi

  6. […] PS. Ho preso alcune informazioni da questo scritto del Magister Roberto Zamperini. Consiglio vivamente di leggere questo post e il Blog per intero. Non ve ne pentirete. zaro41.wordpress.com/…/laspetto-denso-e-quello-sottile-della-manipolazione […]

    Pingback di L’Archetipo dell’Eroe – Genio Italico | 31 Maggio 2018 | Rispondi


Lascia un commento