Il blog di Roberto Zamperini

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Ritorno a Notre-Dame: come uccidere l’anima di una città (1)

Parigi o Lutetia Parisiorum, come la chiamavano i Romani, che la ri-fondarono probabilmente su una città gallica abitata dai Parisi, in un luogo dove c’era molto fango a giudicare dal nome che le diedero (il lutum era un’erba palustre che vive nel fango) e dunque Lutetia Parisiorum significherebbe la città fangosa dei Parisi o, come la chiamano i francesi, Paris,  la grande capitale di un ex grande impero un tempo cuore d’Europa, modernizzandosi, sta forse diventando l’ex cuore d’Europa?

Una domanda non oziosa se si considera che Parigi è città la cui cifra è data da quella famosa “aria di Parigi”, fatta di musiche, di poesia, di atmosfere, di cieli e di nuvole. Se a Parigi le togli l’atmosfera, cosa resta, ora che il fango non c’è più? I palazzoni anonimi della Défense? La Grande Arche de la Fraternité fortemente voluta e realizzata dal presidente Mitterand del quale i francesi dicono sia stato Gran Maestro del 33° grado della Massoneria? Begli oggetti architettonici, maestosi, ma li puoi vedere in tutte le moderne capitali del mondo e a volte anche in versione migliore! Andare a Parigi solo per questo, dovendo rinunciare a respirare quella sua aria così speciale, perché ormai evaporata per sempre? Allora non varrebbe la pena di sopportare i pessimi alberghetti parigini pericolosi e spesso sporchi, cui si regalano le “stelle” con grande libertà. O, se preferite, con grande Liberté

A proposito di fango o lutum: a Parigi circola un’altra versione. PAR-ISIS, ovvero la città dedicata ad Isis o Iside. Un’etimologia divertente che sta solo a significare la difficoltà che hanno alcuni francesi (alcuni: non tutti!) ad ammettere che loro sono gallo-romani e non celti. Il nazionalismo alle volte diventa stupido. Asterix docet …

Ritorno a Parigi frequentemente. Gli italiani la conoscono prevalentemente perché portano i loro bambini alla Disneyland parigina. Anche se alle volte a Disneyland ci vanno anche le coppie senza bambini. Adulti che soffrono della sindrome di Peter Pan? Forse. A me, Disneyland, manca. Mai stato. Però la “fangosa” Lutetia l’ho girata parecchio. E, ad ogni viaggio, la trovavo sempre un po’ meno parigina, sempre un po’ più banale, sempre più “anodine”, per dirla alla francese. Sempre più piena di nonluoghi, per utilizzare la famosa espressione di Marc Augé, un sociologo che magari se ne intende, essendo francese. Disneyland è, ovviamente, un nonluogo. Ed è, non a caso, il più visitato di Parigi da questa umanità che cerca la conferma della propria non-esistenza a Parigi proprio in posti come l’Aeroporto Charles De Gaulle, come McDonald o come Disneyland che sono identici a tutti gli altri simili in tutto il mondo ma che, proprio per questo, ti fanno sentire a casa tua. “Nel boulevard dove siamo andati a mangiare c’era un McDonald identico a quello del mio paese!”. Già, ma allora a che pro viaggiare?

Ma torniamo alla Parigi dei non-nonluoghi. La Parigi vera, quella per cui vale ancora la pena di spendere un paio di settimane e un po’ di quattrini. Dico subito che a me l’architettura parigina non sempre piace. La trovo spesso un’arte pompier, pomposa e retorica, espressione di quella borghesia francese dell’800 tutta dedita alla sola accumulazione del capitale, assolutamente priva di qualsiasi fede, di qualunque ideale che non fossero il denaro o il potere. La borghesia che il romanzo francese dell’800 ha tanto bene illustrato e che è più viva che mai. Anche senza Balzac.

Naturalmente, a Parigi, ci sono le eccezioni. Molte eccezioni. La deliziosa Place des Volges, ad esempio, nel Marais. E poi il Quartiere Latino, considerato l’anima della Rive Gauche. Rive gauche on pense, rive droite on dépense, dicono i parigini: sulla riva sinistra si pensa, su quella destra si spende… Perdersi tra le vie del Quartiere Latino, tra i localini, i negozietti, i bar, i café, le brasseries, i bistro, i teatri è forse il modo migliore per assaporare quel che resta dell’aria di Parigi.

Ma, a Parigi, c’è soprattutto, la merveille: la cattedrale di Notre-Dame de Paris. Sono ritornato alla grande cattedrale circa due anni fa riportandone una sgradevole sensazione: quella di trovarmi di fronte ad un gran guscio vuoto. Un guscio magnifico, intendiamoci, ma vuoto, morto. Andiamo per ordine. Non intendo qui esporre una trattazione sia pur incompleta delle meraviglie architettoniche, artistiche, energetiche ed esoteriche di Notre-Dame di Parigi, prima di tutto perché non ne sarei capace. Mi interessa parlare di un solo punto: la linea energetica che un tempo investiva in pieno la grande chiesa e che ora non c’è più. Sparita. Distrutta.

Linea energetica? Cos’era questa linea? Quale la sua natura? Aveva uno scopo? Partiamo dal punto in cui la grande chiesa è stata costruita: Île de la Cité che è una delle due isole fluviali della Senna. Alcuni indizi fanno ritenere che fu proprio nei suoi pressi che venne fondata Lutetia, forse perché il sito ricordava ai fondatori l’isola Tiberina di Roma. Chissà… Comunque sia la cattedrale, la cui data di inizio dei lavori risale al 1163, è stata costruita sui resti della prima chiesa cristiana di Parigi, la Basilica di Saint-Étienne (VI secolo), che, a sua volta, era stata costruita sui resti di un’altra chiesa e soprattutto di un tempio gallo-romano dei tempi di Tiberio, dedicato a Giove (e come ti sbagli?).

Espongo rapidamente e per la prima volta per iscritto le mie tesi circa le Cattedrali Gotiche francesi, che, per la verità, sono quelle che conosco meglio. Dopo la caduta dell’Impero, non tutto l’immenso sapere architettonico ed energetico degli ingegneri Romani andò perduto. La loro era una scienza che mescolava sapientemente la tecnologia alla sacralità. Una scienza da Iniziati, da Pontefici. Ricordo che pontifex è colui che fa i ponti. L’Iniziato che, per il tramite dell’arco e sotto gli auspici di Ianus (Giano) l’Iniziatore, metteva in comunicazione due mondi, due stati dell’essere. Sul significato esoterico dell’arco vedi Un templum non sempre era un tempio … e Tracce degli Iperborei in Gran Bretagna: dall’Arcadia a Avallon (4).

Ebbene, con buona pace dei radiestesisti italiani e francesi innamorati di misteriose linee energetiche (le cosiddette ley lines), di corsi d’acqua sotterranei, di faglie e di altri simili fenomeni che, pur sempre presenti in questi straordinari monumenti, non ne rappresentano che in piccola parte la natura energetica, espongo qui la mia prima tesi:

1) Le linee energetiche che investono le cattedrali gotiche e molti edifici cristiani sono di natura artificiale.

Capito bene? Non sono naturali, ma artificiali, cioè  fatte dall’uomo. Mi rendo conto che si tratta di un’affermazione azzardata ed importante, eppure chiunque abbia una certa sensibilità energetica non può non convenire che si tratti di una realtà. Per accettare questo occorre prima di tutto cancellare dalla mente le cose che si sanno o che si crede di sapere e ricominciare da capo. Proprio come ho fatto io, quando per la prima volta, ho realizzato con stupore che questi fiumi d’energia non erano frutto della Natura, ma dell’uomo. Ci ho messo un bel po’ prima di accettare un’idea che mi sembrava assurda, impossibile, ma alla fine i fatti, gli indizi, le prove, le ricerche hanno avuto il sopravvento sullo scetticismo.

Ma chi ha fatto e come queste linee d’energia? Era una capacità nota solo ai costruttori delle cattedrali o anche qualcun altro ne sapeva qualcosa? Ed ecco la seconda tesi:

2) La scienza che permise di ottenere queste straordinarie linee d’energia era d’origine Romana

Dunque: alla base della prima tesi ci sarebbe, secondo me, la scienza architettonica, ingegneristica ed esoterica dei Romani, l’esempio forse più eclatante della quale lo troviamo ancor oggi sulla Via Appia (quella antica), la via che collegava Roma a Brindisi e quindi alla Grecia. La sua iniziale edificazione risale nientemeno che al 312 aC e per i Romani era talmente tanto importante da chiamarla Regina Viarum. La linea energetica dell’Appia è la più potente che io conosca ed è artificiale. Ripeto: è una linea energetica assolutamente artificiale.

Programmare una statua con una grande energia è cosa che si può facilmente accettare, anche se una bella dose di incredulità resta se si pensa che possono esser passati venti secoli, ma credere che lo si sia fatto con un intero monumento o addirittura ad una strada…! Come facevano i Romani a imprimere nei loro monumenti tanta energia e per una durata così incredibile?

Potremmo chiamare questa antica Scienza “Animazione”. Una Scienza sicuramente nota ai Greci, ma che solo i Romani portarono alla assoluta perfezione. Le statue greche sono oggi in gran parte in-animate, quelle romane lo sono e a volte l’animazione è ancora potentissima…

Gli indizi, le fonti storiche ci portano a credere che i Romani, attraverso riti dei quali abbiamo purtroppo perduto ogni traccia, sapevano consacrare statue, monumenti e addirittura intere strade, immettendovi una sorta di Impronta Divina. Ogni loro Dio aveva la sua speciale Impronta Divina, come una firma divina, una segnatura, se si vuole, e, avendo le “giuste coordinate”, si è ancor oggi in grado di sapere a quale Divinità questi oggetti fossero stati dedicati.

Ecco dunque la mia terza tesi:

3) L’animazione di statue, monumenti e strade avveniva per il tramite di riti oggi completamente perduti

D’accordo, ma che c’entra Notre-Dame di Parigi con la via Appia Antica? Ecco la quarta tesi:

4) Molte chiese ancora nel Medioevo erano – energeticamente – una mescolanza di pagano e cristiano

Siamo portati a credere che il Cristianesimo abbia soppiantato in toto e definitivamente il paganesimo, ma non è così. Per centinaia d’anni, nonostante i pericoli cui si andava incontro, molte credenze pagane rimasero vive nell’animo delle persone. Il culto di Ianus o Giano, ad esempio, difensore delle porte della casa, proseguì per secoli fino a che la Chiesa non sostituì le sue due facce, con i due Giovanni.

Esistono prove documentarie che attestano che il rito di fondazione di una chiesa cristiana per secoli continuò ad essere lo stesso che avevano praticato i Romani. Non solo, ma esistono chiese che, dietro l’apparenza cristiana, nascondono neppure troppo occultamente la loro natura pagana. Ne esistono di dedicate a Giove, a Mercurio, a Venere e perfino a Ercole. Su tutto questo ritornerò approfondendo i temi qui soltanto accennati.

Questo significa che ancora dopo sei o sette secoli dalla caduta dell’Impero, le antiche conoscenze erano – almeno in parte – ancora disponibili. Disponibili, ovviamente, entro circoli ristretti, ad anonimi costruttori Iniziati potevano adoperarle per le loro cattedrali … La sapienza ermetica la ritroveremo dai simboli più alti della Romanità pagana fino alle espressioni della più sensibile metafisica cristiana dice Luca Valentini in Tradizione Primordiale e realizzazione ermetica. L’assoluta segretezza degli insegnamenti e l’anonimato proteggevano dal fanatismo religioso dei cristiani …

Ritornando a Notre-Dame di Parigi, tanto per cominciare, è sorprendente constatare la distanza che esiste tra la descrizione “ufficiale” che potete trovare nelle guide in vendita all’interno della chiesa e quanto emerge da un esame anche sommario che qualsiasi visitatore può effettuare per proprio conto. Tanto per cominciare …

1) L’Alchimia. La chiesa – dicono le guide – è dedicata alla Vergine, la madre di Cristo. Davvero? Eppure, visitandola, la prima cosa che si vede non è una statua della Madonna, ma è un bassorilievo che rappresenta … l’Alchimia! Sta proprio al centro, subito sotto il Cristo, esattamente all’altezza degli occhi e, di fatto, è la prima cosa che si vede. I costruttori non volevano che si equivocasse sulla natura della loro chiesa! Insomma, l’Alchimia in bella vista è il biglietto da visita che vi offre la grande cattedrale.

L’Alchimia è rappresentata da una giovane, seduta su un trono, la cui testa si perde tra le onde del cielo (dell’etere!). Con la mano sinistra tiene lo scettro dell’Arte Reale, mentre con la destra tiene due libri: uno aperto e uno chiuso. Quello aperto simbolizza – com’è più che evidente – il sapere exoterico, quello chiuso rappresenta il sapere esoterico, quello iniziatico, quello dei Figli di Hermes. Davanti a lei c’è una scala di nove pioli – la scala philosophorum – che sta ad indicare le nove tappe che conducono alla Grande Opera. Dunque chi è la Nostra Signora, la Notre-Dame? E’ la madre di Cristo o piuttosto l’Alchimia? Questo e l’altro che potrete osservare voi stesso sulle facciate della cattedrali è taciuto dalle imbarazzate guide ufficiali. Eppure Fulcanelli – autore del Mistero delle Cattedrali – era francese ed era ben noto nel suo Paese!

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© Roberto Zamperini

Prima di continuare consiglio di leggere o rileggere quanto scritto, a proposito dell’Arte Regale, in Tracce degli Iperborei in Gran Bretagna (1) e, a proposito dell’Iniziazione, in I Numeri: dono degli Dei (1) Conosci te stesso (3) Numeri. Il Filetto e la Dama… Sono solo giochi? (5) Numeri. Il Filetto e la Dama… Sono solo giochi? (6)

(SEGUE)

19 luglio 2010 - Posted by | Ambiente, Domoterapia Sottile, Radiestesia, Storia | , , , , , , ,

10 commenti »

  1. Congratulazioni, è un articolo interessante, condivisibile e ben scritto. L’ho letto volentieri.

    Commento di Alberto | 19 luglio 2010 | Rispondi

  2. Attivare linee energetiche così potenti da rimanere vive per secoli? io finora credevo che le linee energetiche fossero opera della natura, comunque non opera umana e invece mi dici che si possono “costruire” in maniera matematica, deliberata! questo è incredibile e meraviglioso! Mi chiedo se il Dio cui veniva consacrato il luogo sacro, il monumento o la statua avesse assonanza – ovvero rappresentasse – uno dei Sette Raggi…

    Commento di Francesco M. | 19 luglio 2010 | Rispondi

  3. il tuo articolo più “detonante” di sempre; le implicazioni sono sconfinate, assorbirlo implica infatti un assoluto salto quantico della coscienza del lettore..

    Commento di mario puccioni | 20 luglio 2010 | Rispondi

  4. Che articolo magnifico Roberto. Impressionante! Hai scritto anche un seguito per caso?

    Commento di Frank Merenda | 22 novembre 2011 | Rispondi

    • Magister, non far caso alla domanda. Ho trovato da me 😉 Come al solito mi scordo che il mio Nume tutelare, protettore del Neg-Otium è appunto colui che per definizione nega l’Otium :))

      Commento di Frank Merenda | 22 novembre 2011 | Rispondi

    • Certo, altri 4.

      Commento di Roberto Zamperini | 23 novembre 2011 | Rispondi

  5. Dottor Zamperini, volevo chiederle una curiosità, siccome da ragazzino credevo molto nella potenza delle energie e alcune riuscivo a sentirle anche molto bene, mi è sempre rimasta una domanda, ovvero: è possibile che in alcuni luoghi le energie presenti siano così potenti da produrre fenomeni fisici visibili? Grazie se vorrà rispondermi.

    Commento di Ivan | 22 novembre 2011 | Rispondi

    • Forse sì, ma a me non è mai successo di assistere a simili fenomeni. Quindi parlo di una mia semplice opinione.

      Commento di Roberto Zamperini | 23 novembre 2011 | Rispondi

  6. […] Allegoria dell”Alchimia a Notre Dame de Paris. Dal blog di Roberto Zamperini  […]

    Pingback di Turista, pellegrino o iniziato? | Curiamo Atlantide | 31 luglio 2017 | Rispondi


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