Il blog di Roberto Zamperini

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Dalla Fisica di Heim allo Spazio Sacro. E ora si chiude il cerchio! (Cl5)

Nota bene: questo articolo segue a Un primo “strano” esperimento col Cleanergy (Cl 1), a Lo “strano” esperimento col Cleanergy (Cl 2) Un fisico teorico spiega la natura occulta del templum? (Cl 3) Da Heim allo spazio sacro (Cl 4). Sarebbe consigliabile che, chi non li ha ancora letti, cominciasse da lì, nell’ordine giusto.

Ricapitolando e mettendo ordine

Il lavoro di Burkhard Heim è semplicemente poderoso e, premesso che chi scrive non è un fisico e quindi è certamente molto probabile che abbia commesso numerosi errori di comprensione e di valutazione nella portata e nel significato della teoria di quello che è forse uno dei massimi geni del secolo appena terminato, tenterò di estrarre da quanto scritto i punti essenziali per il nostro discorso sul templum e sullo Spazio Sacro. Chi ha più competenza di me, scriva pure sottolineandomi errori e incomprensioni, che non solo non mi offenderanno, ma che anzi accetterò di buon grado.


Nel 1959 Burkhard Heim pubblica il suo primo articolo “principio di contrabarie dinamiche” (“Das Prinzip der dynamischen Kontrabarie“) nella rivista tedesca “Flugkörper“, un articolo nel quale presenta i risultati delle sue ricerche e nel quale descrive le sue idee per un progetto teorico di un volo spaziale verso Marte. Purtroppo questo articolo – e di fatto tutti i lavori scientifici di Heim – soffrono di un grave limite: sono scritti nella sua lingua madre, il tedesco, e non in quella cosiddetta “universale”, l’inglese. Questo handicap limiterà sempre la diffusione delle sue idee ed ancor oggi le limita ad una ristretta cerchia di specialisti. In italiano, tanto per capirci, c’è ben poco, se non quasi niente … (In italiano leggi QUI un sito davvero encomiabile su Heim a cura di Fiammetta Bianchi e Sabato Scala).

Heim passerà tutta la sua vita a cercare la soluzione di un problema che angustia la mente di ogni fisico: una teoria che unifichi la Relatività con la Meccanica Quantistica. Negli ultimi anni della sua vita, Heim si convinse di aver trovato la soluzione. Questa sua teoria è oggi nota come Heim’s Quantum Theory (HQT). Nel 2004, tre anni dopo la scomparsa di Heim, due scienziati tedeschi, Droscher e Hauser, pubblicano un lavoro a cura dell’AIAA (American Institute of Aeronautics and Astronautics) che di fatto è un sunto e una prima traduzione del lavoro di Heim. La pubblicazione solleva un interesse enorme e anche molte critiche.

Il lavoro di Heim, che precede la teoria delle stringhe, estende la Relatività generale di Einstein, che prevede uno spazio-tempo metrico a sole 4 dimensioni, in un altro che prevede altre extra-dimensioni. In due dimensioni – oltre le 4 di Einstein – si “manifestano” quelle che lui chiama “strutture” e in altre due successive a queste, quelle che chiama “informazioni“. Per comprendere questo passaggio, occorre partire dallo spazio delle informazioni. Sono le informazioni che generano la struttura ed è quest’ultima che, a sua volta, genera la manifestazione “ordinaria”, cioè quella a 4D. Ciò è come dire:

La struttura è informazione che si è manifestata.

La realtà a 4 dimensioni è, a sua volta, struttura che si è manifestata.

Vorrei sottolineare di nuovo alcuni concetti che sono, almeno a mio avviso, centrali all’interno del discorso che stiamo facendo a proposito dello Spazio Sacro:

1) La HQT prevede un Universo a molte dimensioni. Di queste, 4 riguardano il mondo della manifestazione che possiamo definire “ordinaria” (3 dimensioni spaziali più la dimensione temporale). E’ lo spazio che precedentemente ho chiamato  S1. E’ importante comprendere e ricordare che tutto quello che segue ha a che fare anche con il tempo che è la quarta dimensione del mondo della manifestazione “ordinaria”.

Dall’iperspazio di Heim ai Campi Ordinatori

2) Oltre S1, a 4D, c’è lo spazio delle strutture S2, espresso da due dimensioni. Dire spazio a due dimensioni o spazio bidimensionale è lo stesso che dire piano, perché un piano è uno spazio a due dimensioni. L’insieme di S1 + S2 (spazio-tempo ordinario e spazio delle strutture) forma quello che alcuni ricercatori chiamano iperspazio a 6 dimensioni di Heim. Attraverso questo iperspazio, negli anni seguenti alla scomparsa di Heim, compaiono molti articoli sulla possibilità di viaggiare verso Marte in sole cinque ore! (Vedi QUI“Hyperspace drive” paper gains interest, AIAA award, Sleight of Heim, Testing Heim’s theories, Take a leap into hyperspace, eccetera).

L’insieme di S1 e S2 descrive inoltre le ordinarie particelle elementari, cioè con i due spazi S1 e S2, Heim sostiene di poter “spiegare” la natura delle particelle elementari. In effetti, Burkhard Heim, già nel 1950, aveva sviluppato la teoria HQT, che prevedeva la quantizzazione metrica dello spazio-tempo, 12 dimensioni e 6 forze fondamentali, di cui 3 nel loro insieme formano quella che è nota come gravità, che si manifesta grazie a particelle dette gravitoni.

3) Il piano delle strutture S2 è quello che gestisce, guida e controlla gli “oggetti” di S1 ovvero quella che ho definito (assai impropriamente!) manifestazione “ordinaria”. Il piano delle informazioni S3 è quello che gestisce, guida e controlla gli “oggetti” di S2 (le “strutture”). Dunque, in sintesi:

Informazioni > strutture > spazio-tempo a 4D (manifestazione “ordinaria”)

Nella TEV (Tecnica Energo-Vibrazionale chiamiamo l’insieme delle “strutture” e delle “informazioni” di Heim, Campi Ordinatori. I Campi Ordinatori sono, per dirla con Heim, insiemi costituiti da strutture ed informazioni che si manifestano nell’iperspazio di Heim! E’ dall’iperspazio che i Campi Ordinatori generano nella manifestazione “ordinaria” equilibrio, condensazione di “eteri”, eccetera. Il biologo Rupert Sheldrake usa il termine di campi morfogenetici.

La teoria di Heim definisce dunque il nostro mondo grazie ad almeno 6 dimensioni, in 2 dimensioni delle quali si svolgono le condizioni che danno luogo ai processi che avvengono nelle 4 dimensioni della nostra esperienza.

Ora, il fatto è che, secondo Heim, tutto questo è quantizzato. C’è una piccola costante naturale, detta “Metron“, che rappresenta la più piccola area che può esistere in natura. Cosa significa tutto questo?

Ciò porta alla conclusione che lo spazio, il tempo, la materia e l’energia densa (la manifestazione “ordinaria”)

possono essere descritte da un reticolo geometrico a 2 dimensioni composto da caselle molto piccole (il metron).

Può sembrare bizzarro che un piano a due dimensioni sia in grado di descrivere “cose” che si manifestano in 4 dimensioni. Eppure pensate ad un concerto per pianoforte. Sarebbe duro descrivere tutte le nuances di un concerto per piano: altezza delle note, durata, attacco, decay, eccetera, eccetera. Quante dimensioni esistono in un concerto? Quasi infinite, eppure un concertista è in grado di dar vita a tutte quelle dimensioni solo leggendo uno spartito, ovvero un oggetto a  sole due dimensioni!

4) Sempre secondo Heim, oltre spazio delle strutture S2, c’è dunque un altro spazio – anch’esso bidimensionale e quindi rappresentabile da un piano – che è S3, ovvero lo spazio delle informazioni. Sono le informazioni che a loro volta controllano il piano delle strutture S2. I Campi Ordinatori e i campi morfogenetici sono entità di S3 oltre che di S2. In conclusione abbiamo due piani dove possono manifestarsi sia le strutture che le informazioni e i Campi Ordinatori. In totale, abbiamo finora   4 + 2 + 2 = 8 dimensioni, di cui 4 sono quelle ordinarie e 4 sono extra-dimensioni.

Cambiare il mondo con un reticolo?

5) Lo spazio, non solo quello che conosciamo a 4 D, ma anche quello di Heim, è quantizzato, ovvero è basato su entità minime di spazio-tempo-struttura-informazione, che Heim chiama Metron. L’insieme dei Metron forma un reticolo, che, quando non è deformato, rappresenta il vacuum perfetto ovvero il vuoto. Se nel reticolo compaiono delle deformazioni, ciò sta a significare che la massa e l’inerzia si stanno manifestando. Così, la teoria di Heim geometrizza il mondo, considerandolo un enorme assemblaggio di deformazioni geometriche molto piccole di un reticolo.

Premesso che il metron è decisamente molto, molto piccolo – 6,15  x 10 exp (-70) m2 -, la mia opinione è che dentro il reticolo di Heim, sia “nascosta” l’antichissima disciplina dello Spazio Sacro.  Io credo, insomma, che quello che chiamiamo Spazio Sacro altro non sia se non un reticolo (non microscopico come quello di Heim, ma grande anche decine di metri) che in qualche modo risuonerebbe con il reticolo di Heim. Come possa aver coltivato e utilizzato simili concetti, difficili perfino per un fisico del terzo millennio, una disciplina primordiale come dovrebbe essere quella che ha conservato la conoscenza di tutto ciò, è per me mistero assoluto. Posso solo credere che possano esistere molte vie attraverso le quali l’intuizione può giungere al nostro cervello, anche senza l’ausilio della Matematica più avanzata e senza quello della Fisica dei Quanti. D’altra parte, Heim prevede che, oltre gli spazi delle strutture e delle informazioni, ci siano ancora altri spazi nei quali si manifesta una volontà divina… Il reticolo di Heim – che sia scientificamente provato o no – è comunque una versione moderna della Spazio Sacro!

6) Da tutto ciò si deduce che, almeno teoricamente, si può pensare di intervenire sulle strutture e infine sulla manifestazione, operando attraverso questi due piani. Cioè:

Il piano S3 (informazioni) gestisce e controlla il piano S2 (strutture)

che, a sua volta, gestisce e controlla la manifestazione “ordinaria”

Questo equivale a dire che – almeno teoricamente – agendo su due piani bidimensionali si può gestire e controllare la manifestazione “ordinaria”

Sì, ma come? A questo punto, è con dolore che mi separo dalla Teoria di Heim che stimola un numero immenso di riflessioni, intuizioni, considerazioni, analogie per affrontare (finalmente!) il nostro tema centrale: il templum e lo Spazio Sacro. Ci chiediamo:

Esiste nella Tradizione Sacra qualcosa che in qualche modo ci ricordi il lavoro di Heim?

Quella di Heim davvero è una descrizione fisico-matematica dello Spazio Sacro?

La risposta è non solo affermativa, ma ci porterà lontano nello spazio e nel tempo. Cominciamo dall’India e dal suo Vastu.

Lo Spazio Sacro e il reticolo indiano: ecco il Vastu

Il Vastu è una disciplina millenaria. I suoi seguaci sostengono che le sue radici affondano nella grandeTradizione Vedica e, con ogni probabilità, in quella Iperborea. Secondo il Vastu, ogni ambiente chiuso può essere rappresentato da un reticolo o, se si preferisce, da una scacchiera composta da da 9 x 9 caselle, per un totale di 81 caselle. I seguaci del Vastu chiamano questo reticolo Vastu Purusha Mandala.

Questa struttura acquista un significato a partire dal suo orientamento geografico.

Su questa base, gli esperti di Vastu individuano direzioni e posizioni che possono essere buone o dannose. Sfortunatamente, esistono numerose scuole di Vastu, che non sempre sono in accordo tra di loro ed è quindi difficile formarsi un’idea precisa e definitiva su questa disciplina. Comunque sia, proprio come per i Romani e gli Etruschi, le zone tra il Nord e l’Est portano fortuna e sono sotto l’influenza di Shiva, quelle tra il Sud e l’Ovest generalmente dannose. Nello stesso modo, si attribuiscono caratteri e effetti diversi a ciascuna direzione e a ciascuna casella della scacchiera, al centro della quale c’è sempre Brahma, Signore dell’Universo.

E’ interessante infine notare che nel Vastu si attribuisce una correlazione tra il reticolo e i chakra del corpo

In conclusione: secondo il Vastu, è possibile trovare una corrispondenza tra un reticolo a due dimensioni e gli effetti sull’organismo, che, ovviamente, è una struttura a tre dimensioni o, se si vuole, perfino a quattro, se si vuole considerare anche il tempo. Una straordinaria coincidenza con Burkhard Heim, non trovate? Se il corpo sottile e i suoi chakra, i centri d’energia, hanno una natura sacrale, ecco una corrispondenza tra lo Spazio Sacro e le Energie Sacre!

Ma quando affronteremo lo Spazio Sacro secondo i Romani e gli Etruschi queste coincidenze saranno ancora più eclatanti!

(SEGUE)

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Siti dedicati ad Heim:

http://www.americanantigravity.com/documents/Seculine-Heim-HQT-Brief-Rev-A.pdf

http://www.absoluteastronomy.com/topics/Burkhard_Heim

http://www.scientificexploration.org/journal/jse_06_3_auerbach.pdf

http://www.1000planets.com/papers/

http://itis.volta.alessandria.it/episteme/ep6/ep6-maxw.htm

http://www.diamondhead.net/p2-1.htm

http://www.theregister.co.uk/2008/09/09/anton_wylie_lhc/page2.html

http://www.worlditc.org/f_06_protosimplex_heim_a_biography.htm#First%20steps

http://www.worlditc.org/f_06_protosimplex_heim_a_biography.htm

http://www.americanantigravity.com/documents/AuerbachJSE.pdf

http://www.americanantigravity.com/documents/AuerbachJSE.pdf

http://www.engon.de/protosimplex/summary/summary.htm

http://www.engon.de/protosimplex/summary/summary.htm

http://home.earthlink.net/~redcat/gravitophotons/gravitophotonprimerintro.html

http://en.wikipedia.org/wiki/Burkhard_Heim

http://en.wikipedia.org/wiki/Heim_theory

http://wapedia.mobi/en/Heim_theory

http://forum.planete-astronomie.com/quintessence-des-champs-unifies-t775.html

http://english.pravda.ru/science/tech/16-02-2006/76045-1/

http://engon.de/protosimplex/downloads/02%20heim%20-%20mbb%201.2en.pdf

http://www.americanantigravity.com/documents/AuerbachJSE.pdf

http://www.engon.de/protosimplex/elementary_structures.pdf

http://www.heim-theory.com/Contents/Introduction_to_Heim_s_Mass-Fo/introduction_to_heim_s_mass-fo.html

http://www.hpcc-space.com/publications/documents/AIAA2005-4321-a4.pdf

http://www.hpcc-space.de/publications/documents/aiaa2004-3700-a4.pdf

http://www.hpcc-space.de/publications/documents/ExtendedHeimTheory.pdf

http://www.hpcc-space.com/publications/documents/AIP2010Hauser.pdf

http://www.hyper.net/ufo/physics.html

http://www.rialian.com/rnboyd/burkhard-heim.htm

http://www.hpcc-space.com/publications/documents/AIAA2005-4321Letter.pdf

4 ottobre 2010 - Posted by | Domoterapia Sottile, Energie Sottili, Scienza, Tecnica Energo-Vibrazionale | , , , , , , , , , , ,

8 commenti »

  1. Questi tuoi articoli, caro Roberto, mi lasciano senza parole!

    Questa tua sintesi è descrivibile in un solo modo: una bellezza sacrale.

    E se è vero quello che diceva Einstein, ovvero che il sentiero della Scienza è tracciato dal senso del Bello, allora direi che stai navigando con un tremendo vento a poppa!

    Vale bene in pace omnium deorum. Quod Apollo semper te agat!

    Commento di Giovannone | 4 ottobre 2010 | Rispondi

  2. Grazie. E che Apollo ti ascolti.

    Commento di zaro41 | 4 ottobre 2010 | Rispondi

  3. “… come in alto, così in basso”… tutto si ripete in successione olografica, testimone di un progetto e di un vettore, figlio di un’ Unico armonico, perfetto Amore.
    così come il Maestro Kempis ci aveva insegnato. Grazie Roberto della tua ricerca e che il fruscio delle stelle del mattino ti accompagni ogni giorno.

    Commento di jeeg | 4 ottobre 2010 | Rispondi

  4. Questi articoli sono a dir poco fantastici, ricchi di informazioni e non solo, che nessuno fino ad ora ha mai esplicitato in modo così chiaro, di questo bisogna darne atto.
    Vorrei inoltre far notare le analogie con la Tev (nata diversi anni fa prima della conoscenza di tutto ciò)che conferma la sua validità alla luce di queste nuove scoperte in settori solo apparentemente lontani e diversi.
    Il concetto di dimensione informativa che controlla e condiziona il piano fisico, è molto presente nella teoria e nella pratica della TEV.
    Un strumento (la TEV) più che attuale che riserva sempre sorprese e per questo affascinante per chi ne condivide la sua “anima”.

    Grazie !

    Commento di filodani | 4 ottobre 2010 | Rispondi

  5. Il reticolo del vastu sembra un campo scalare in cui operano i venti energetici ,che in domo tev conosciamo,o meglio, ci hai fatto conoscere.

    Commento di marco Innocenti | 4 ottobre 2010 | Rispondi

  6. ciao Roberto,
    grazie per aver visitato il nostro sito. interessante il raffronto tra vastu e teoria di heim. Approfondiremo l’argomento alla luce delle info che abbiamo sul lavoro del fisico tedesco.
    Nella pagina dedicata alla nostra teoria, che parte proprio dalla fisica di heim, forse puoi trovare qualche altro spunto interessante.
    Ciao e buon lavoro.
    Fiammetta

    Commento di Fiammetta Bianchi | 10 gennaio 2011 | Rispondi

    • Il raffronto più interessante è quello tra Heim e lo Spazio Sacro secondo i Patres, ovvero quelle importantissime tracce che ci hanno lasciato nel Pantheon di Roma. Per i Latini, il templum (che io chiamo Spazio Sacro) non era un edificio (Aedes) ma lo spazio stesso, sopra e sotto.

      Ti scriverò personalmente. Ciao a te e a tuo marito e buon lavoro anche a voi!

      Commento di Roberto Zamperini | 11 gennaio 2011 | Rispondi


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