Il blog di Roberto Zamperini

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Atlantide: arrivano le prove genetiche (1)

La teoria dello Stretto di Bering

Una ricostruzione fantasiosa di Atlantide

Su Atlantide:

Alla ricerca di Atlantide (1)

Alla ricerca di Atlantide (2)

Alla ricerca di Atlantide (3)

Alla ricerca di Atlantide (4)

Alla ricerca di Atlantide (5)

Alla ricerca di Atlantide (6)

Negli ultimi anni la ricerca genetica ha prodotto risultati inaspettati, che hanno aperto le porte a molti misteri storici inaspettati. I risultati a sorpresa hanno anche provocato polemiche non volute. L’analisi genetica è iniziata per tentare di vedere ciò che i geni umani possono rivelare della nostra storia complessa, misteriosa e spesso controversa. Ad esempio, gli antropologi e gli storici hanno a lungo pensato che l’America sia stata popolata da popolazioni asiatiche, che hanno attraversato un ponte di terra che collegava l’Asia e il Nord America durante l’ultima era glaciale, circa 12.000 anni fa. Una teoria nota come Bering Strait Crossing theory (la teoria dello Stretto di Bering).

Le analisi genetiche su campioni di DNA dei nativi americani iniziarono nel 1980. Tuttavia, gli sforzi in questa ricerca ebbero una forte accelerazione nel 1990, a causa del rapido progresso tecnologico in campo genetico. In effetti, i primi risultati confermano la teoria generalmente accettata, che mostra un chiaro legame tra i nativi americani e i campioni di DNA raccolti da popolazioni autoctone nella Siberia-Asia. Tuttavia, studi ulteriori hanno rivelato che il modello migratorio era stato più complesso di quello che l’antropologo aveva immaginato all’inizio.

Cosa sono i mitocondri e che ruolo giocano in questa ricerca

Wikipedia: In genetica si definisce aplogruppo un insieme di aplotipi tra loro differenti, tutti però originati dallo stesso aplotipo ancestrale. Per questo, per quanto differenti, tutti gli aplotipi di un aplogruppo presentano mutazioni presenti nella forma ancestrale, più ulteriori polimorfismi che invece li rendono specifici e differenti tra di loro.

Nel campo della genetica umana, gli aplogruppi del DNA mitocondriale sono raggruppamenti di mutazioni (aplotipi) definiti dalle differenze tra un totale di 16569 paia di basi nel DNA del mitocondrio umano e questi gruppi rappresentano geneticamente l’eredità per relazione di parentela matrilineare di tutte le popolazioni umane, le loro origini ed i processi migratori.

Lo studio degli aplogruppi ha fornito risultati particolarmente significativi: le migrazioni dell’uomo parlano di un’origine nel Africa orientale e in base all’assunto che un individuo erediti i mitocondri solo dalla propria madre, implica che tutti gli esseri umani abbiano una linea di discendenza femminile che deriva da una donna che i ricercatori hanno soprannominato Eva mitocondriale, circa 190.000 anni fa.

Il DNA di Atlantide

(Circa quest’ultima teoria, c’è da dire che oggi non tutti gli antropologi concordino al 100%).

Prima di procedere dobbiamo brevemente chiarire che cosa è il mtDNA. Ci sono due tipi di materiale genetico utilizzato per le analisi: il DNA cellulare e il mtDNA o DNA mitocondriale. Quest’ultimo si trova nei mitocondri umani che sono degli organelli che si trovano al di fuori del nucleo delle cellule ed è trasmesso solo attraverso la via matrilineare, cioè a partire dalle madri. Quindi mtDNA è l’acronimo di DNA materno. Questo tipo è più semplice del DNA cellulare e si evolve più velocemente, quindi è usato per distinguere i gruppi umani che si sono evoluti in zone geografiche distinte.

Ritorniamo al tema iniziale. I primi risultati avevano mostrato che le tribù native americane erano composte daquattro aplogruppi mtDNA distinti: A, B, C e D che rappresentano quattro diversi lignaggi per via materna. Queste quattro linee sono presenti in tutto il Nord, Centro e Sud America. Tuttavia, solo tre di essi, i lignaggi A, C e D sono stati scoperti nelle popolazioni siberiano-asiatico. L’aplogruppo B era riconducibile a gruppi di popolazione aborigena nel Sudest asiatico, Cina, Giappone, Melanesia e Polinesia.

In termini storici, ciò significa che i campioni del DNA mitocondriale parlano di un modello di migrazione molto più eterogeneo e complesso e che comprende popolazioni arrivate in  America per via mare. ThorHeyerdahl aveva ipotizzato che questo fosse possibile, grazie alla sua Kon Tiki di giunchi con il quale aveva attraversato l’Oceano Pacifico salpando dal Perù.

Il fatto è che i dati genetici dimostrano che gli eventi migratori abbiano avuto luogo molto prima di quanto si pensasse.

Una migrazione di oltre 20.000 anni fa

Gli antropologi, archeologi e storici hanno iniziato ad ipotizzare che le migrazioni abbiano avuto luogo almeno 20.000 anni fa con una prima ondata di migrazione compresa addirittura tra i 38.000 e i 50.000 anni fa. Questa scoperta ha fatto sollevare le sopracciglia a molti antropologi della comunità ortodossa. Tuttavia, negli ultimi anni il test del radiocarbonio di materiali provenienti dal Sud America, in California e negli Stati Uniti del sud-ovest ha confermato queste date.

I ricercatori genetici stabilito che il 96% dei Nativi Americani cade in uno dei quattro aplogruppi A e D, ma mentre questi tipi di mtDNA sono stati trovati anche in Asia, essi non sono presenti in Europa o in Africa. Questo indica anche che l’Asia era la regione più ancestrale della tribù di nativi americani.

Poi nel 1997 un altro lignaggio è stato scoperto, che i genetisti chiamato X. Questa scoperta ha acceso una tempesta di polemiche che ancora non si è placata. L’aplogruppo X ha bisogno di un’attenta e profonda analisi storica, perché questo gruppo può anche contenere una delle chiavi più importanti per svelare i segreti del nostro passato collettivo.

Circa il 4 per cento dei nativi americani, dall’Alaska alla punta del Sud America, non rientrano in uno dei quattro principali aplogruppi. Gli scienziati presumevano che questi lignaggi di minoranza provenissero da interazioni con i gruppi europei e africani fin dai tempi di Colombo. Questo si è rivelato essere vero per circa 1,5% di nativi americani, però il 2,5% sono risultati appartenere alla stirpe X. Una volta che questo gruppo di mtDNA è stato identificato come un tipo distinto genetico, la gara era quella di verificare il loro luogo di origine.

E qui  è dove il mistero diventa davvero complicato e interessante. Nonostante il fatto che i precedenti dati genetici avevano costretto l’ortodossia a fare alcuni cambiamenti nella loro teoria della migrazione e nella sua cronologia, il suo paradigma di base era stato grosso modo confermato. Ma la scoperta dell’aplogruppo X ha cambiato questa situazione in modo drammatico. Si sapeva che esisteva in Europa in circa il 5% della popolazione e che era sconosciuto in Asia e in Africa. Il lignaggio X è stato accertato essere arrivato in America da circa 38.000 a 10.000 anni fa.

Che cosa può significare?

(SEGUE)

http://www.genesisrace.com

16 gennaio 2011 - Posted by | Storia | , , ,

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